La scrittura di Tirotto rielabora in chiave letteraria nozioni e immagini pertinenti alle scienze geometriche, ma da esse parte per dialogare con la vita e con il suo imprevedibile irrompere a cui non possiamo che soggiacere, nel bene e nel male: «Più che segno sogno, e nel suo nome / vincerai ed hai vinto e perso / inchiodato alla tua stessa croce». [...] La riflessione sull’esistenza (quindi sulla
poesia stessa?) può essere considerata la cifra della poesia di Giuseppe Tirotto, da sempre; un soffermarsi a guardare, un domandarsi e un domandare, un intuire, poi uno scompaginare, servendosi di una tecnica di versificazione di cui questi componimenti costituiscono un saggio esaustivo: «Ci sono giorni di presagi cupi, / giorni da spegnere le luci, quando / il catasto di tutte le sconfitte / t’apre il registro / delle partite non giocate o perse».(Dalla Postfazione di Giambernardo Piroddi)
L'Autore:
Giuseppe Tirotto è nato a Castelsardo (SS) nel 1954, paese
dove ha sempre vissuto. Scrittore e poeta bilingue, laureato in
lettere all’Università di Sassari con una tesi sulla narrativa in
lingua sarda, scrive dai primi anni Novanta. Ha scritto vari
romanzi in lingua sarda e italiana: Lu bastimentu di li sogni di
sciumma (1996), L’umbra di lu soli (2001), Cumenti oru di néuli
(2002), La rena dopo la risacca (2004), Agra Terra (2005), Il Bastimento dei sogni di spuma (2006), L’amara gioia (2018) e Piccinni in Castorias (2018); La stanza chiusa (2023); le raccolte di racconti bilingui Lu basgiu di la luna matrona (2008), La tuaglia ruia
(2016), La tovaglia rossa (2016); le silloge poetiche La forma di
l’anima (2004), La casa e la chisura (2008), E semmu andaddi cantendi... (2012), Cumentisisia t’avàragghju amà (2013). È risultato vincitore, tra gli altri, al Premio Città di Ozieri in Sardegna e al
Premio Nosside di Reggio Calabria. Sue opere sono presenti
su web e riviste letterarie.
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€12.00Prezzo
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