Forse nello stupore vive il canto / del minuto che ci accoglie (p. 61): si potrebbe iniziare una sommaria ricognizione della nuova splendida raccolta di Antonio Leotta proprio da questo verso, che esplicita l’atteggiamento di fondo del poeta nei confronti del mondo; uno stupore che non di rado ha il sapore del panismo di cui è intrisa la sua terra, e che sa anche calarsi in un eloquio protratto, di sapore alcyonio, come nella splendida e purissima Il mare e lo scoglio, memore della strofe lunga de L’onda. “Ma il ritmo che ci schiaccia brucia tutta / la freschezza”, continua però Leotta, squarciando il velo di una superficie ingannevolmente pacificata. I “colori” sono “finti” e, in finale della poesia, l’inganno rivela il vuoto che si sbaratra davanti alla nostra vita. [. . .] L’esito è quasi leopardiano: “La salvezza non è che nell’attesa: / oltre, un continuo presente / brucia ogni momento / consumandone il futuro” (Dalla Prefazione di Mauro Ferrari)
L'Autore:
Antonio Leotta (Messina 1975) vive ad Acireale. Laureatosi in Economia e Commercio, ha trascorso circa un anno negli Stati Uniti presso la University of Illinois at UrbanaChampaign, dove ha completato la tesi di dottorato. Attualmente è professore di Economia aziendale presso l’Università di Catania. Tra i suoi interessi di ricerca prevale lo studio dei sistemi di controllo di gestione come strumenti di comunicazione tra i manager, basato sulla teoria dei giochi linguistici. Da anni frequenta il cenacolo francescano “Beato Gabriele Allegra” di Acireale, di cui è viceresponsabile. È socio del gruppo Convergenze Intellettuali e Artistiche Italiane (CIAI) e nel 2018 è stato eletto alla presidenza dell’Associazione Culturale ‘A Campana d’u ‘Ndrizzu. Per la poesia ha pubblicato Riflessi (Prova d’Autore, 2017) e Origine dell’azzurro (puntoacapo 2021).
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