Massimo Silvotti è un contemplativo, un uomo che non rinuncia a sognare, anche quando i segni del nostro tempo indicano il contrario. Ho avuto la fortuna di conoscerlo, un paio di anni fa, in quel concretissimo “sogno” che è il suo Piccolo Museo della Poesia nella chiesa di San Cristoforo di Piacenza. Il Museo, felice unicum in Italia se non nel mondo, raccoglie autografi, edizioni rare, riviste di primo Novecento, opere d’arte, ed è anche lo specchio dell’ispirazione di Silvotti, che passa dall’attenzione agli insospettabili percorsi della memoria alla fiducia nella poesia come Eden contro le accelerazioni del nostro tempo. (Dalla Prefazione di Alessandro Rivali) Occorre che passi la luce tra i rami è il racconto di un viaggio all’interno di un cambiamento poetico, esistenziale e umano. Si legge d’un fiato, come tutti i racconti di viaggio: passando attraverso stazioni e soste, ripensamenti, innamoramenti e abbandoni. Gli stacchi, le fermate alle stazioni di posta della parola sono annunciati da sensibili cerniere fra i testi: a volte da riprese semantiche e metaforiche sottili, percepite soltanto a distanza; a volte da vere e proprie “coblas capfinidas”, come nei primi testi (che, avverte l’autore, sono in realtà gli ultimi composti, a ideale suggello di una pur provvisoria compiutezza). (Dalla Postfazione di Alessandra Paganardi)
 
 
L'Autore:
 
Massimo Silvotti (Bruxelles, 1963) è poeta, artista e filosofo; ideatore di performance e curatore di mostre. È ideatore e direttore del Piccolo Museo della Poesia Chiesa di San Cristoforo e direttore artistico della Biennale Italiana di Poesia fra le Arti. In campo poetico, artistico e filosofico ha al suo attivo numerose pubblicazioni, ed è presente in antologie e riviste letterarie italiane e straniere. Delle sue attività si sono occupate testate giornalistiche, radio e televisioni nazionali e internazionali. Nel 2022 è stato insignito della Medaglia d’oro per meriti culturali nazionali e mondiali dall’Accademia Internazionale Mihai Eminescu.