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La poesia di Falà è una scrittura della lacuna, degli «abissi differenti», quotidiani, quelli che senza sublimità romantiche aprono progressive crepe nelle nostre vite normali . . . E non è un caso se alle 29 ricorrenze della parola vuoto, in molteplici declinazioni, è accostato più volte il suo corrispettivo esistenziale, “solitudine”. Nei testi di questa raccolta, infatti, troviamo mappate le svariate forme dell’emarginazione contemporanea, non quella tragica degli homeless o dei rifugiati, ma quella tutto sommato meno vistosa – verrebbe da dire “piccolo borghese” – degli individui dotati di reddito e alloggio: un’emarginazione, in parte cercata, più volte subìta, fatta di whatsapp che non vibrano, falsi profili su facebook, mail paradossalmente inviate a se stessi, emozioni inscatolate in «eleganti packaging», incapacità di scambiare sorrisi con un estraneo incrociato a teatro. (Dalla Postfazione di Maria Luisa Vezzali)

 

 

La poesia di Leila Falà parla di una superficie che sprofonda in un intorno paludoso, fagocitante: essa esprime ciò che è attraverso ciò che sembra, così confonde, anzi comprende in sé la parte oscura di una realtà sfuggente e mai data completamente. Lo si percepisce dai frequenti richiami agli oggetti, anzi a un correlativo oggettivo che entra dentro una parola a doppia punta e la cavalca quasi in modo irriverente, a tratti metafisico. Affascinante, insomma, il rumore di fondo che si crea e non si sente quando chi si addentra nelle pagine del libro, precipita in una vertigine a spirale: si cade senza sapere e, nel contempo, si sa che l’atto stesso del cadere è reso im- possibile da un piano continuo in cui si svolge una realtà inconoscibile ma data per sempre: è questa la magia di un’autrice dalle basi solide, unica nel suo genere. (Dalla Prefazione di Ivan Fedeli)

 

 

Rumore di fondo - Leila Falà Magnini

€15.00Prezzo
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