In questa silloge, compattissima dal punto di vista espressivo e tematico, Fabio Domenico Palumbo non ripercorre soltanto le trame di un amore perduto, come appare evidente anche a una lettura affrettata: il poeta sta mantenendo in vita quanto resta, cioè le memorie incandescenti del passato, mentre le immagini impietosamente salgono a rendere presenti e quindi più ustionanti i momenti passati insieme, i minimi gesti, i dettagli del corpo dell’amata, gli sfondi dei momenti vissuti insieme. Il miracolo di una poesia come quella di Palumbo, che non salva ma mantiene in vita, è nel suo essere riuscito a evitare i toni del patetismo, il cri de coeur di una poesia banalmente diaristica: in un tono sempre affabile e asciutto, quello che la pagina ci consegna invece è autentica trascrizione del dolore, vera poesia.
(Mauro Ferrari)
 
 
L'Autore:
 
Fabio Domenico Palumbo (Reggio Calabria, 1975), dottore di ricerca in Metodologie della Filosofia presso l’Università degli Studi di Messina, cultore della materia in Estetica presso lo stesso ateneo e docente nei licei, si occupa di visual studies e psicoanalisi. Tra le sue pubblicazioni, che comprendono monografie e articoli su riviste scientifiche italiane ed internazionali, si segnalano: Economia del desiderio (Mimesis 2015); Alice allo specchio. Deleuze, Carroll e la psicoanalisi (Orthotes 2018). È membro dell’editorial board della rivista accademica K. e collabora con la rivista online Fata Morgana Web. Ha pubblicato la silloge poetica POP. Poems of ordinary pain (Città del Sole 2012). È direttore culturale e responsabile della comunicazione del movimento politicoculturale “La Strada”.