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[. . .] dopo aver mostrato il destino della necessità a cui l’essere dovrebbe sottostare, resta che la vita schianta e svicola. Resta il senso profondo della libertà e del rimorso (che non dovrebbe esistere se tutto fosse necessario). Resta il sogno e l’aspirazione per un futuro che se deve necessariamente già essere ora, lo si sente e lo si vive come un non -ancora-presente. Insomma, la filosofia ci mostra che l’essere è lineare ed eterno, ma se si scava tra le maglie profonde della realtà, se ci si spinge sin dentro le pieghe nascoste dell’essere, ci si accorge che la vita sprigiona un’eccedenza contraddittoria che non si lascia dire in un solo modo. E Giacomo Bellitto, in questo suo prezioso libro, ci dice esattamente questo. Ci dice che l’essere non è univerbale, ma accade nel diverbio. Accade nel dia-logos. L’essere è tra le parole. Si inserisce tra le parole separandole e mescolandole, per poi separarle ancora, in un moto perpetuo senza fine. E noi, uomini viatori, che coi piedi a terra volgiamo lo sguardo alle stelle, viviamo nei nostri cuori questa lacerante contraddizione. (Dalla Postfazione di Alessandro Pertosa)

 

 

L'Autore:

 

Giacomo Bellitto nasce a Imperia negli anni Ottanta. Psicologo e Psicoterapeuta, esercita a Torino. Trascorre molto tempo a correggere le sue incertezze distraendosi dalle cose. Per puntoacapo ha già pubblicato le raccolte poetiche Ad Astra e Clinical Diary.

Voci del Diverbio Essere - Giacomo Bellitto

€12.00Prezzo
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